Lettera aperta alla stampa nazionale

Cari amici,
il mondo discute se fare le Olimpiadi e, fino ad ora, ovunque vi sia stato un confronto aperto le candidature sono state ritirate.
In Italia questo non accade: in Italia vi è solo una sterile discussione provinciale su dove fare le Olimpiadi, e non se queste oggi abbiano ancora un senso sociale, culturale ed economico.
Per questa ragione abbiamo scritto una lettera – che trovate in calce – a tutte le redazioni dei maggiori quotidiani nazionali.
Consapevoli che lo spazio del confronto democratico nel nostro paese è un rimasuglio, al contempo abbiamo deciso di attuare un’azione di mail bombing.
Ogni giorno, più o meno alla stessa ora, i direttori dei maggiori quotidiani riceveranno una lettera di sollecito: affinché il confronto sulle Olimpiadi in Italia possa iniziare al più presto.
Chiediamo anche a voi di condividerla sulle vostre pagine social

 

Gentile direttore,

le recenti vicissitudine politiche, economiche e sociali del nostro paese fondano sulla perpetua mancanza di risorse economiche.

In questo contesto chiediamo che venga dato spazio ad un reale dibattito inerente l’embrionale candidatura olimpica italiana.

Cadono una dopo l’altra le città “concorrenti” e, al momento, quella italiana non è nemmeno una candidatura: l’Italia è l’unico, e ultimo, paese del mondo a dichiararsi disponibile ad accogliere i Giochi del 2026.

Questo perché ovunque vi sia stato un accurato dibattito pubblico è emersa la totale insostenibilità economica delle Olimpiadi per come oggi sono strutturate. Dove il popolo, così volgarmente blandito in questi tempi bui, ha potuto esprimersi con un referendum i sogni olimpici dei politici sono immediatamente crollati.

La nostra ovviamente non è una crociata contro lo sport, di cui riconosciamo il valore culturale e sociale: il nostro è un invito alla riflessione sulle priorità economiche di questo paese, che non sono certamente quelle di realizzare un Olimpiade.

Le molte promesse disattese da parte del governo in essere, a causa dei tagli di bilancio, vengono bellamente compensate in nome di un grande evento che non coinvolge l’intero territorio italiano, che lascia debito e devastazione ambientale – come nel caso di Torino 2006 – che drena risorse che potrebbero essere investite in operazioni più proficue e socialmente trasversali.

Chiediamo che anche in Italia, come in tutto il mondo civile è già accaduto, si apra un serio confronto sulla candidatura Olimpica del 2026, in nome della democrazia e della libertà di parola.

Questa lettera è stata inviata alle redazioni di tutti i maggiori mezzi di comunicazione nazionali: attendiamo fiduciosi la pubblicazione.

Grazie per l’attenzione.

CONO – Coordinamento No Olimpiadi

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