COMUNICATO DAI TERRITORI (Torino Milano e Cortina)

In un tempo di evidente crisi sociale, il governo italiano insiste a perseguire una politica centrata sul principio del gigantismo economico, nonostante la penuria di risorse, nonostante i tagli di bilancio, nonostante i dogmatici vincoli finanziari.
Gigantismo non solo nelle opere infrastrutturali (TAV, TAP, Terzo Valico….) che vengono pervicacemente tutte confermate – nei fatti e al di là delle buone intenzioni – ma anche sul piano dei grandi eventi.
Nonostante lo stringente bisogno di risorse da indirizzare per contrastare la povertà e il degrado sociale e per mettere in sicurezza il territorio e le sue strutture, (come ulteriormente dimostrato dal drammatico crollo del ponte Morandi) il Governo Italiano impone la volontà di candidarsi a organizzare i Giochi Olimpici invernali del 2026: evento che impegnerebbe decine di miliardi di euro!

Una candidatura fittizia, poiché l’Italia è ormai l’unico paese in Europa disposto a ospitare tale mega evento. Tutti gli altri paesi , dopo un primo interessamento, hanno rinunciato dopo aver preso coscienza, in alcuni casi dopo consultazione pubblica, dell’insostenibilità ambientale ed economica della formula in essere.
All’appello delle città ritirate, dopo Sion, Graz, Innsbruck, manca solo Stoccolma, che presto verrà a chiamata ad esprimersi.
Solo in Italia, patria del debito pubblico fuori controllo- debito improduttivo e clientelare – resiste il mito del grande evento olimpico!

Resiste perfino malgrado i disastri, visibili, materiali, innegabili, dei Giochi Olimpici di Torino 2006. Resiste nonostante il rifiuto del Comune di Roma a distruggere le sue risorse pubbliche ospitando i Giochi Olimpici del 2020: rifiuto che ottenne un ampio consenso popolare.
Il Coni e il Governo Italiano, oggi, al fine di accontentare tutte le fameliche ingordigie politiche e le loro clientele imprenditoriali, hanno così partorito l’idea delle “Olimpiadi delle Alpi”: i Giochi saranno sparpagliati sull’intero arco alpino, al fine di venire incontro alla richiesta di sostenibilità ambientale ed economica pretesa – così sostengono – dal Cio.
Milano, Cortina e Torino, val Di Fiemme, Bormio, Sestriere e molte altre località sperano di ricevere in dono dal Coni qualche gara e molti soldi pubblici. Subito si è alzata la canea dei vari sindaci, delusi da una fetta di torta, assottigliatasi per accontentare tutti. Un coro di voci sgangherate, da cui emerge la volontà di mettere le mani su quanti più soldi possibile. E in questa corsa all’arraffo sono ugualmente coinvolti tanto partiti di governo (Lega – M5S) quanto partiti all’opposizione (PD, Forza Italia) prefigurando così il PARTITO UNICO delle OLIMPIADI.

I Giochi Olimpici, come dimostrato da innumerevoli studi scientifici, hanno sempre una caratteristica squisitamente speculativa: fondate sul debito, pubblico e privato, sono investimenti ad alta intensità di capitali e scarsa intensità di lavoro.
Un brand utile a rilanciare il turistificio di massa e la montagna luna park nelle località turistiche montane, sempre più in lotta per accaparrarsi fette del turismo ricco globale.
È un brand utile a metropoli sempre più città vetrina, che senza montagne ma con tante aree su cui speculare, vogliono fare un’operazione di marketing territoriale per gli stessi motivi delle località montane.

Le Olimpiadi, da quando sono state sequestrate dal settore privato – il Cio è privato – e dalla politica che necessita di vetrine propagandistiche finanziate da denari pubblici, sono un potente meccanismo redistributivo di risorse: dal basso verso l’alto. Con dispositivi di governance eccezionali ed emergenziali, come per il caso di Expo 2015, che derogano il patto civile e sociale alla base della democrazia con conseguenze irreversibili (es. dal Job Act ai commissari straordinari, dalla gestione privatistica di denaro e beni comuni alla narrazione tossica per vendere l’evento). Esattamente come le grandi opere, i grandi eventi servono solo a chi li organizza, come bancomat per spartirsi fondi pubblici e pezzi di territori a colpi di asfalto e cemento armato.
Ora, allargare la parte di territorio interessata – come da mirabolante idea del Coni accettata dal Governo – non fa che acuire questo modello, rendendolo ancor più violento.

RISPETTO A TUTTO QUESTO
il CoNO si oppone alla candidatura italiana ai Giochi olimpici invernali del 2026.
Non già la ricerca di un impossibile sostenibilità economica ed ambientale muove il nostro operato.
Il nostro obiettivo è rendere le Olimpiadi del 2026 prive di candidati: al fine di liberare i Giochi dalla speculazione in essere, e farli tornare a una dimensione umana.
Per fare questo opereremo di concerto con i soggetti che perseguono la stessa lotta nei vari territori interessati dalla candidatura olimpica del 2026, al fine di sensibilizzare l’intero paese rispetto la speculazione finanziaria, l’ennesima, che si prospetta.

Coordinamento No Olimpiadi, Torino Milano e Cortina , settembre 2018

Ecco le prime iniziative:
Milano: “Olimpiadi a Milano? No, grazie”
Assemblea cittadina e a seguire concerto
Giovedì 4 ottobre, h 19.30 Via Confalonieri 3, Milano – Piano Terra
Torino: concerto e info nella prima settimana di ottobre

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